Le attività di ricerca e di selezione della Badante rappresentano il primo importante impegno che la famiglia si trova ad affrontare per avviare un servizio di Assistenza Familiare.

Decidere di accogliere in casa propria una persona estranea è senza dubbio una scelta difficile; lo è per:

  • la persona anziana incline a difendere i propri spazi di vita, a mantenere le proprie abitudini, a preservare la propria autonomia ed autostima e ad interagire con una ristretta rete di familiari e conoscenti;
  • i familiari del congiunto assistito chiamati a partecipare al nuovo servizio di cura e a rivedere la propria organizzazione familiare per supportare la relazione di assistenza avviata;
  • per la lavoratrice che dovrà interfacciarsi con un nuovo contesto di vita, apprendere nuovi compiti di cura, osservare nuove abitudini e nuove regole familiari.

Per quanto concerne la ricerca della Badante la famiglia si affida spesso al passaparola di parenti, conoscenti, volontari o di altre figure di riferimento che operano in ambito sociale, assistenziale o sanitario. Una pratica che in molti casi è risultata utile, ma che espone la famiglia a farsi carico di una scelta complessa, che va oltre il “nominativo” della lavoratrice, preoccupandosi di individuare la lavoratrice che possiede le caratteristiche personali e le competenze lavorative rispondenti sia alla tipologia del servizio di cura richiesto sia alla personalità dell’anziano che dovrà assistere.

I compiti di assistenza richiedono alla Badante e alla persona accudita un reciproco e importante investimento relazionale; l’impegno di condividere gli spazi di vita, le attività quotidiane, i gesti di vicinanza, le cure primarie risulterà senza dubbio più sereno se svolto all’interno di una relazione di simpatia, di rispetto e di fiducia tra le parti.

Per la famiglia può risultare così opportuno rivolgersi a quegli enti che operano per facilitare l’incontro la tra la famiglia e la Badante, offrendo un supporto tecnico mirato sia per la definizione del servizio di cura più adatto alle esigenze della proprio congiunto sia per individuare il profilo della lavoratrice.

Un servizio di cura orientato a durare nel tempo, in un clima di reciproca soddisfazione, necessita quindi di essere definito a partire da un onesto confronto tra la famiglia e la Badante proprio in occasione del primo colloquio di selezione. In questa sede la famiglia è chiamata a descrivere con puntualità:

il profilo fisico ed emotivo del proprio anziano, specificando le eventuali patologie in corso e le cure mediche e farmacologiche previste;
la sua personalità e i suoi interessi;
il suo contesto di vita;
la tipologia di servizio atteso, precisando le attività di cura più richieste ed apprezzate;
l’organizzazione della vita familiare dei figli e dei partenti più prossimi,
la presenza di collaborazioni con altri servizi di cura.

La Badante da parte sua è invitata a riferire in merito alle:

proprie competenze professionali;
precedenti esperienze lavorative, esponendo eventuali referenze;
proprie necessità di vita e di conciliazione con gli impegni extra lavorativi, dimostrandosi al contempo aperta ad imparare e ad operare nel rispetto dello stile di vita della nuova famiglia e dell’anziano che accudirà.

Accade spesso che in occasione del primo incontro di conoscenza la maggior parte dei familiari tenda a “semplificare” la tipologia del servizio di cura richiesta, descrivendo le funzioni di assistenza che intendono attivare alla stregua di un’attiva semplice, che può essere appresa con naturalezza e gradualità. Accanto all’inesperienza e al comprensibile imbarazzo di trovarsi ad interloquire con una persona non conosciuta si aggiunge, infatti, quella sorta di “buona intenzione” che porta a sottolineare la propria gentilezza e la propria disponibilità, al fine di incoraggiare la Badante ad accettare il lavoro proposto.

Anche la Badante da parte sua, spinta spesso dall’urgenza di trovare una nuova occupazione, tende a sottovalutare l’importanza del momento della selezione, assecondando ogni richiesta espressa dalla famiglia, mostrandosi adeguata al contesto familiare descritto e in grado di svolgere qualsiasi compito di cura. Specularmente la sua buona intenzione della candidata è quella di evidenziare i caratteri di sollecitudine, onestà ed operosità.

L’esperienza suggerisce al contrario che il compito della selezione dovrebbe essere affrontato senza fretta, in condivisione tra i familiari più vicini alla persona anziana e incontrando, qualora necessario, anche più di una candidata. Il colloquio di selezione dovrà consentire alla famiglia e alla lavoratrice di trattare e approfondire l’insieme degli aspetti di loro interesse, anche se tale impegno richiederà l’organizzazione di più appuntamenti.

La scelta finale della famiglia saprà così soppesare più aspetti, per privilegiare quel giusto mix di competenze personali e lavorative ritenuto più adatto a comprendere e a relazionarsi all’anziano congiunto e avviare il servizio di cura con il piede giusto!


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