Riforma del Terzo settore

Riforma del terzo settore 2016

Il 30 marzo il Senato ha approvato in seconda lettura il testo del disegno di legge delega sulla riforma del Terzo settore.

La riforma prevede il riordino del complesso e variegato mondo delle imprese “non profit” , fino ad oggi regolamentato da una normativa frammentaria e poco omogenea. Verranno rivisti gli aspetti civilistici, fiscali, societari, nonchè quelli relativi alla dibattuta questione della remunerazione del capitale e della distribuzione degli utili. Dopo il varo della legge, il Governo avrà 12 mesi di tempo per emanare i decreti legislativi di attuazione.

Non si tratta di un semplice restyling del Terzo settore, ma di una vera e propria rivoluzione quella che attende imprese sociali, associazioni di volontariato e di promozione sociale, fondazioni e cooperative sociali. Secondo quanto previsto dal testo del disegno di legge delega, di iniziativa governativa, il legislatore metterà mano a tutto ciò che riguarda il complesso (e spesso poco conosciuto) sistema delle imprese del Terzo settore.

Punti cardinali della riforma

L’attesa riforma prevede molteplici interventi per il riordino e lo sviluppo del comparto:
– revisione della disciplina del Titolo II del libro primo del codice civile in materia di associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche o non riconosciute;
– riordino e revisione organica della disciplina speciale e delle altre disposizioni vigenti relative agli enti del Terzo settore. Tra le disposizioni inserite nel testo non potevano mancare quelle riferiti alla disciplina tributaria applicabile a tali enti, mediante la redazione di un apposito codice del Terzo settore;
– revisione della disciplina relativa all’impresa sociale e in materia di servizio civile nazionale;
– revisione e semplificazione del procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica;
– definizione delle informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi;
– obbligo di trasparenza e di informazione, anche verso i terzi, attraverso forme di pubblicità dei bilanci e degli altri atti fondamentali dell’ente (anche mediante la pubblicazione nel proprio sito internet istituzionale);
– misure agevolative volte a favorire gli investimenti di capitale;
– razionalizzazione dei regimi fiscali e contabili agevolati e semplificati;
– possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali telematici (crowdfunding), in analogia a quanto previsto per le start-up innovative;
– istituzione di un fondo destinato a sostenere iniziative e progetti a carattere sociale con una dotazione per il 2016 di 17,5 milioni di euro;
– disciplina dei rimborsi spese per le attività dei volontari (avranno carattere di gratuità e della estraneità rispetto alle prestazioni lavorative).

fonte:http://www.ipsoa.it/documents
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terzo-settore-le-novita-della-riforma

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