Caregiver

Caregiver: 1.900 euro per chi assiste un familiare disabile
Nuovi orizzonti per chi assiste.

I caregiver

Innanzitutto dovrebbe essere ufficialmente riconosciuta la qualifica di caregiver, ovverosia quel soggetto che si prende cura di un familiare invalido al 100% e che necessita di assistenza continua per almeno 54 ore settimanali.
Per il riconoscimento della qualifica, l’assistenza deve avvenire in ambito domestico, gratuitamente e nei confronti di un parente o un affine entro il secondo grado convivente o un minore dato in affidamento.
Contributi figurativi
Con riferimento a tale categoria, si propone il riconoscimento di contributi previdenziali figurativi equiparati a quelli da lavoro domestico e posti a carico dello Stato, il cui accredito parte dal momento in cui avviene il riconoscimento della condizione di handicap grave del familiare assistito e che si sommano a quelli già versati in ragione dello svolgimento di attività lavorative ai fini del riconoscimento del diritto al pensionamento anticipato al maturare dei trenta anni di contributi totali.
Rapporti con la legge 104
Per ogni assistito è possibile il riconoscimento della qualifica di caregiver a un solo familiare, peraltro con preclusione agli altri familiari lavoratori (ad eccezione dei genitori) di godere in relazione al medesimo soggetto anche delle agevolazioni di cui alla legge 104.
Tuttavia, per conciliare l’attività di cura e assistenza con quella lavorativa è stata comunque prevista l’estensione ai caregiver familiari assunti con ogni forma di contratto di lavoro subordinato e parasubordinato dei permessi previsti dalla legge numero 104/1992.
Caregiver e telelavoro
Una delle proposte di legge contempla anche la possibilità di equiparare il caregiver familiare ai soggetti che beneficiano delle tutele di cui alla legge numero 68/1999 ai fini del riconoscimento del diritto al lavoro.
Tale diritto, secondo le intenzioni, dovrebbe essere garantito anche utilizzando, laddove il caregiver ne faccia richiesta, la modalità del telelavoro, con obbligo per il datore di lavoro di consentire il passaggio a mansioni che si prestino a tale particolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa.
Tutela per malattia e tutela assicurativa
Al caregiver familiare verrebbero riconosciute anche tutte le tutele previste dal nostro ordinamento per le malattie professionali o per le tecnopatie, oltre che la copertura assicurativa a carico dello Stato con rimborso delle spese sostenute per la vacanza assistenziale nei periodi in cui il caregiver familiare non ha la possibilità di prestare il lavoro di cura, per malattia o infermità certificate, a tutela del suo diritto alla salute.
Valorizzazione professionale
L’obiettivo della riforma è anche quello di favorire la valorizzazione professionale, l’accesso o il reinserimento lavorativo, tanto che si propone il riconoscimento dell’esperienza che il caregiver ha maturato nell’attività di assistenza e cura come competenza certificabile dagli organismi
competenti ai sensi del decreto legislativo numero 13/2013 e delle normative regionali di riferimento e come competenze utili per la maturazione di crediti formativi extrascolastici nel caso in cui il caregiver familiare sia inserito in percorsi scolastici.
Detrazione e assegno per chi assiste un ultraottantenne
La riforma complessiva dell’assistenza contempla anche alcuni benefici per coloro che assistono parenti o affini entro il terzo grado di età uguale o superiore a ottanta anni.
A tali soggetti è infatti riconosciuta, nelle intenzioni, una detrazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche pari al 19% delle spese sostenute per l’assistenza sino a massimo 10mila euro annui, in aggiunta alle altre detrazioni delle quali eventualmente beneficiano.
I requisiti richiesti a tal fine sono:
– una situazione economica corrispondente a un valore dell’ISEE non superiore a 25mila euro annui,
– la convivenza da almeno sei mesi con l’ultraottantenne.
L’idea è anche quella di riconoscere ai medesimi soggetti un assegno a carico dell’Inps, a titolo di rimborso spese, di importo non superiore a 1.900 euro annui laddove non siano titolari di reddito o siano parzialmente o totalmente incapienti.
Trasformazione in part-time del rapporto di lavoro
Il Ddl dedicato all’assistenza agli anziani prevede anche un ulteriore beneficio per i lavoratori dipendenti che assistono un parente o un affine di età superiore agli 80 anni. Si tratta, in particolare, della possibilità di richiedere al datore di lavoro la trasformazione reversibile, per massimo due anni, del rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto di lavoro a tempo parziale in misura non superiore al 50%.

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