Deduzione dei contributi della colf: mini guida per le famiglie
13/01/2021 11:50 CET
Da calendario sono chiamati alle casse 4 volte l’anno per versare i contributi alla colf, alla badante o alla baby sitter che si occupa dei figli piccoli: sono gli oltre 850 mila datori di lavoro domestico regolari censiti dall’Inps che ogni trimestre devono ricordarsi di effettuare correttamente e nei tempi previsti i versamenti contributivi per l’attività svolta dal proprio collaboratore familiare nei 3 mesi precedenti.
L’ultima scadenza, la prima del 2021, è appena passata: lunedì 11 gennaio ricorreva, infatti, il termine per saldare il cosiddetto 4° trimestre del 2020, quello per l’attività lavorativa svolta tra ottobre e dicembre scorsi. La prossima deadline da segnare sul nuovo calendario è quella di sabato 10 aprile quando dovranno essere versati i contributi riferiti al 1° trimestre, gennaio-marzo 2021.
Ma attenzione, perché non tutti sanno che una volta effettuato il pagamento, rigorosamente tramite il modulo Pago Pa (che ha sostituito il vecchio Mav) la documentazione dovrebbe essere correttamente archiviata e presentata in sede di dichiarazione dei redditi. I versamenti contributivi (solo nella quota a carico del datore di lavoro) possono infatti essere portati in deduzione da tutti i datori di lavoro domestico (a prescindere dalla mansione per cui viene assunto il lavoratore) per un massimo di 1549,37 euro l’anno.
Importante ricordare che vale il principio di cassa, quindi sono deducibili le spese sostenute nell’anno solare, a prescindere dal trimestre di riferimento. Per fare un esempio: benché riferito all’attività lavorativa svolta nell’anno 2020, il versamento contributivo relativo al 4° trimestre appena concluso potrà essere inserito nella rendicontazione del 2021 (poiché la spese è stata sostenuta a gennaio 2021) e portato in deduzione solo in occasione della dichiarazione dei redditi 2022.
E ancora, non tutti sono a conoscenza che con lo stesso modulo Pago Pa con cui si versano i contributi Inps si può effettuare il pagamento per ottenere l’assistenza contrattuale della Cassacolf, lo strumento previsto nel Ccnl del settore e costituito dalle parti sociali per fornire prestazioni e servizi integrativi (sanitari ma non solo) a favore dei lavoratori e datori di lavoro iscritti. Nel pacchetto di assistenza a disposizione degli associati anche quello per le prestazioni ‘Covid’, una serie di aiuti specifici messi in campo per fronteggiare la pandemia (con rimborsi e contributi una tantum) recentemente prorogati per l’anno in corso.
Al contrario di quelli Inps, però, i contributi Cassacolf non possono essere portati in deduzione. Ecco come modificare il modulo Pago Pa ed inserire correttamente il contributo Cassacolf: basterà accedere al portale dei pagamenti Inps, inserire il Codice F2 nella Casella C.org e indicare l’importo dovuto pari al numero delle ore lavorate nel trimestre per il valore del contributo Cassacolf (fino al 31 dicembre 2020 era di 0,03 euro per ogni ora lavorata).
Per tutte le altre scadenze contributive in calendario nel 2021 bisognerà ricordarsi di verificare i valori nelle nuove tabelle di riferimento, sia quelle di Cassacolf e quelle Inps: queste ultime saranno pubblicate entro la fine di gennaio. Sul sito di Assindatcolf è possibile scaricare lo scadenzario 2021 in pdf con tutte le date utili da segnare sul calendario per una corretta gestione del rapporto di lavoro.
Fonte:www.assindatcolf.it