Fondo per caregiver familiare

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Fondo per caregiver familiare

Con un emendamento alla Legge di Bilancio 2018, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre scorso, viene istituito, presso il Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, un fondo per chi assiste familiari anziani o affetti da gravi malattie.
Si tratta di quello che la normativa definisce fondo per il sostegno del titolo di cura e di assistenza del caregiver familiare.
Con l’emendamento firmato da Laura Bignami e approvato all’unanimità, viene dunque riconosciuto ufficialmente il ruolo del caregiver familiare, quella figura che si dedica all’assistenza agli anziani non autosufficienti, ai malati, e alle persone con disabilità, in casa e in maniera non professionale.
Si è voluto dunque riconoscere l’importanza del ruolo svolto da coloro che, a lungo termine, si prendono cura dei propri cari disabili o affetti da patologie croniche e degenerative.

Fondo sostegno per caregivers
La dotazione messa a disposizione tramite il fondo è di 20.000 euro per gli anni 2018, 2019 e 2020; nel complesso siamo di fronte a 60.000 euro, destinati a fornire una copertura finanziaria per interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività assistenziale svolta dal caregiver familiare.
Si tratta di una cifra che, se apparentemente può sembrare congrua, di fatto è abbastanza irrisoria se si tiene conto della vasta platea di persone che ogni giorno e a tempo pieno accudiscono anziani e disabili.

Dopo l’approvazione del fondo di assistenza, avvenuta in maniera definitiva con la Legge di Bilancio, sarà compito del Ministero del Lavoro, entro il termine di 90 giorni dall’entrata in vigore, definire, tramite decreto attuativo, le modalità effettive e le misure di sostegno a favore di chi assiste anziani, invalidi o malati.

Il riconoscimento formale è stato sicuramente un primo passo fondamentale ma sarà ancor più necessario rendere concrete le misure previste, soprattutto tenendo conto delle situazioni più gravi e difficili in cui versano molte persone.

Stare accanto a una persona anziana o malata è un compito che può assorbire tutte le proprie energie fino alla compromissione della salute.

A fronte della nuova normativa, l’Italia non sarà più uno dei Paesi dell’Unione Europea a essere privo di una legislazione specifica in materia. L’Italia potrà così allinearsi a quei Paesi come la Spagna, la Francia, la Gran Bretagna, la Romania, la Polonia o la Grecia dove da tempo chi assiste i propri cari riceve delle tutele. Familiari, solitamente donne, che senza un ruolo ben definito hanno fino ad oggi svolto una attività quotidiana pressoché invisibile a livello sociale.

Di seguito forniamo maggiori dettagli per far chiarezza su cosa è stato previsto con l’emendamento alla Legge di Bilancio 2018 e quali sono le misure introdotte.
Benché si tratti ancora di un provvedimento che non apporta delle modifiche alle leggi in vigore, si apre la strada ad importanti iniziative e modifiche in materia di caregiver familiare.

Assistenza anziani in casa: chi è il caregiver familiare

Chi è il caregiver familiare, cosa prevede il testo della Legge di Bilancio, quali sono le persone assistite che rientrano nell’ambito di applicazione della normativa e quali le misure previste a favore del familiare?

Caregivers familiare
Il caregiver familiare è una persona che assiste volontariamente e quotidianamente un parente non autosufficiente. Egli si occupa delle cure primarie della persona bisognosa che non è in grado di provvedere a se stessa, come lavarsi, vestirsi, cucinare.
Inoltre, controlla costantemente l’anziano o il malato evitando che si metta in situazioni di pericolo e si interessa a tutte le pratiche amministrative relative alla sua persona disabile.
Sono molte le situazioni complicate da dover affrontare giornalmente e tanti i motivi di ansia, preoccupazione e senso di inadeguatezza.
La nuova normativa è stata prevista per dare voce a queste molteplici esigenze. Vediamo di cosa si tratta.

L’articolo 30 bis, comma 2 dell’emendamento alla Legge di Bilancio afferma che:

Si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 10 maggio 2016, n. 76, di un familiare di un affine entro il secondo grado, ovvero nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata continuativa ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 194, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18. Comma 2, art.30 bis emendamento Legge di Bilancio

Secondo il testo di legge, a beneficiare del sostegno e delle misure finanziate dal fondo per il caregiver familiare sono coloro che si prendono cura delle persone sotto indicate:
– il coniuge;
– l’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso;
– il convivente di fatto ai sensi della legge 10 maggio 2016, n. 76;
– un affine entro i secondo grado (vi rientrano dunque anche i nipoti);
– nei casi di cui all’art. 33 comma 3 della Legge 104/92, un familiare entro il terzo grado che a seguito di malattia, infermità (anche cronica o degenerativa) non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé;
– un familiare riconosciuto invalido e bisognoso di assistenza globale e continuativa ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92 o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18.

Questo non significa che tutte le persone assistite ai sensi della Legge 104/92 avranno lo stesso trattamento. Saranno necessarie future leggi per definire i requisiti di accesso ai benefici e i limiti applicativi della normativa.

Caregiver familiare: le riforme future

Sono tre i disegni di legge all’attenzione dei parlamentari che dovrebbero dare origine a un testo unico idoneo a disciplinare la materia relativa al sostegno di coloro che effettuano assistenza domiciliare ai propri parenti.
Molto resta ancora da fare e il fondo di assistenzaanziani è solo un punto di partenza.
Saranno i successivi interventi legislativi a prevedere in maniera puntuale, anche al fine di evitare gli abusi, quelli che saranno gli ambiti di utilizzo del fondo e i diritti del caregiver familiare.

Assistenza domiciliare anziani
Tra le misure in cantiere:
– bonus disabile di 1900 euro da erogare a titolo di rimborso spese per chi assiste un familiare over 80;
– bonus disabile sotto forma di detrazione fiscale per chi assiste un familiare disabile, con età pari o superiore a ottanta anni entro il terzo grado di parentela;

Altre misure hanno lo scopo di agevolare l’accesso al lavoro molto difficile per chi ha un familiare in condizione di disabilità. Si pensi a quelle tutele che consentano di riconoscere il valore e la fatica di prendersi cura di un familiare svolgendo a un tempo una propria attività lavorativa:
– possibilità di lavoro part time o in modalità telelavoro al fine di consentire al caregiver di conciliare le esigenze lavorative con quelle di cura e assistenza del familiare;

– incentivi per il datore di lavoro in caso di assunzione di un caregiver;

– accesso all’Apesocial per i lavoratori che assumono il ruolo di caregiver;

– nuovi contributi previdenziali figurativi per la pensione;

– tutela per malattie e assicurazione del caragiver;

– ferie solidali per i caregiver;

– permessi lavorativi ai sensi della Legge 104/92 per consentire al caregiver familiare di conciliare il lavoro con l’assistenza persone anziane;

– detrazione del 50% delle spese sanitarie sostenute per il familiare che viene assistito con un tetto massimo di spesa pari a 1000 euro all’anno.

FONTE: https://www.lavorincasa.it/

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