Progetto HOME CARE GROUP
“Nonostante la crisi, il lavoro di cura di assistenti familiari si conferma uno strumento fondamentale per la popolazione non autosufficiente.
Ma rappresenta un impegno troppo gravoso per le famiglie. Qualche spunto per rendere il problema un po’ meno privato”
I numeri ci sono tutti, ripetuti fino alla noia: più di 2 milioni oggi, 4 milioni fra 20 anni. Sono gli anziani non autosufficienti.
La domanda è: siamo pronti a reggere questo tsunami demografico?
Un’onda di piena che farà aumentare gli anziani, più soli e più poveri di quelli di oggi. Manca una infrastruttura sociale in grado di reggerne l’impatto. Dobbiamo attrezzarci. Lo hanno già fatto paesi come Francia, Germania, Austria, Spagna, lo sta facendo l’Inghilterra. Noi siamo fermi a misure vecchie di decenni e a investimenti modesti tranne in alcune, meritevoli regioni.
Le assistenti familiari rimangono, nonostante la crisi, la prima e più importante risposta ai bisogni della popolazione non autosufficiente, dopo la famiglia.
La crisi non sembra averne ridimensionato la presenza, piuttosto ne sta cambiando le caratteristiche, con una crescente diffusione del lavoro a ore, più complementare a risorse familiari maggiormente attivate in una fase di difficoltà economiche per molte famiglie.
Occorrono interventi per rendere gli oneri della cura un fatto un po’ meno privato e per allargare la rete di protezione sociale. Vediamone alcuni, tra quelli più importanti sul versante dell’aiuto sociale.
In questo contesto è nato il progetto HOME CARE GROUP, pensato per stimolare ed accrescere la disponibilità di servizi socio-sanitario in aggiunta ai servizi erogati dalle ASL e dai Comuni.
L’iniziativa è di due professionisti, il Dr. Massimo Misiti (ortopedico) ed il Dr. Luigi Vizza (consulente aziendale e fiscale), provenienti da esperienze diverse, ma accomunati da un solo obiettivo ” rendere fruibile l’accesso ai servizi per le persone meno fortunate”.
Positiva quanto attesa iniziativa anche in Calabria.